Chiesa di san Paolino, celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Paolo Giulietti, con le Istituzioni e le Autorità del Territorio lucchese.
Animazione liturgica della Polifonica Lucchese con esecuzione dell’ultimo Mottetto scritto dal compianto Maestro Egisto Matteucci in onore del Santo Patrono. Alla fine della messa, benedizione alla Città e al Territorio.
San Paolino, il senso della festa e una festa di senso.
Come ogni anno alla metà di luglio si fa memoria di san Paolino e Compagni, primi evangelizzatori della terra di lucchesia: una memoria festosa che richiama non solo la prima evangelizzazione quanto anche il rapporto tra la Città, il territorio ed il senso della fede: in fondo san Paolino è il Patrono della Città e della Diocesi di Lucca. Allora senza preamboli, la domanda che mi rivolgo e provo a mettere in giro è questa: ma che vuol dire celebrare la Festa di san Paolino? in un contesto dove tutti ci guardiamo il proprio ombelico e del senso “vero” di questa memoria ne abbiamo perso le tracce e le radici. La Fede, che Paolino e Compagni ci hanno portato e ci ricordano, è la possibilità di pensare Dio, il mondo e noi stessi così come Dio ci ha comunicato con Gesù Cristo. La Festa, anche nei suoi aspetti civili e ludici, del nostro Santo Patrono ci mette di fronte al fatto che non ci rendiamo conto abbastanza di quanto il senso dell’Affidamento a Dio (la fede) riordini e riorganizzi la nostra vita, in tutti i suoi aspetti: spirituali, materiali, relazionali… è attraverso l’esperienza della fede che scopriamo la nostra “umanità” e riusciamo a discostarci dal “disumano” dilagante che ci ha inquinati tutti quanti. Allora la memoria di san Paolino può aiutarci tutti per riportare all’umano i nostri giorni, impegniamoci - alla luce del Vangelo che Paolino ha narrato alla nostra gente tanto tempo fa - a fare discernimento tra ciò che conta e ciò che vale nulla: celebrare il Patrono, in tutti i suoi aspetti, assume allora la forma di un investiamo nella fatica e nella bellezza di una vita che trae la sua forza ed il suo senso dalla compagnia che Dio condivide con gli uomini.
Così quest’anno cerchiamo di sottolineare maggiormente il senso spirituale della festa, quello che va a toccare la nostra vita interiore, vivendola nella prospettiva del Giubileo della Speranza, in quel cammino che papa Francesco e papa Leone ci indicano: fatto di scelte essenziali e liberanti, nella ricerca di una vera pace, disarmata e disarmante, che nasce dal nostro impegno quotidiano senza stare ad aspettare “canestrini” che non arriveranno mai da nessuna parte, in quella fraternità evangelica che ci coinvolge necessariamente in ogni dimensione, religiosa, ecclesiale, politica, civile e relazionale.
d.Lucio Malanca - Parroco