Informazioni Storiche

San Michele
 
La chiesa di S. Michele sorge al centro di quello che un tempo era il foro, il cuore della città romana famosa per aver ospitato il primo triumvirato, il celebre  accordo tra Cesare, Pompeo e Crasso che avrebbe cambiato la storia.
 
Nell'VIII secolo in mezzo alla piazza già sorgeva una chiesa intitolata all'Arcangelo che nel racconto dell'Apocalisse di S. Giovanni guida l'esercito celeste contro il drago rosso, un santo molto apprezzato dall'aristocrazia di Longobardi e Franchi, quei popoli germanici che alla caduta dell'Impero Romano fecero di Lucca la capitale di un Ducato e poi Marchesato, di fatto la città più importante della Toscana.
 
Accanto alla chiesa sorgeva un Hospitale, importante rifugio per  i pellegrini che nel Medioevo dal Nord Europa percorrevano la via Fracigena per raggiungere Roma. Di questa struttura di accoglienza non rimane più traccia ma il legame tra S. Michele e i pellegrinaggi è ancora oggi testimoniato dalle reliquie di S. Davino Armeno, giunto qui nel XI secolo dopo aver visitato la Terra Santa e Roma: ogni 3 giugno, giorno della sua festa viene mostrato il suo corpo, custodito sotto l'altare maggiore.
 
La chiesa attuale è il frutto della ricostruzione iniziata nella seconda metà del XI secolo per volere di Anselmo da Baggio, vescovo di Lucca e papa con il nome di Alessandro II, importante promotore della Riforma che poi prese il nome dal suo successore e amico Gregorio VII, tesa a dare autonomia alla Chiesa dalle pressioni imperiali e assicurare la moralità del clero fermando la vendita delle cariche ecclesiastiche.
 
I lavori proseguiti nel XII secolo e in quello successivo terminarono solo nel XIV regalandoci una  meraviglia che unisce elementi del primo romanico lucchese e gli influssi pisani derivati da Buscheto alla plasticità della scultura ispirata a Guidetto da Como uniti nel verticalismo gotico della facciata a vela. La ricchezza del patrimonio scultoreo dei quattro livelli di loggette arricchite da tarsie con scene di caccia e lotte tra animali riportano alla quotidianità quella lotta tra bene e male esemplificata dai due elementi chiave della decorazione, l'architrave centrale e la grande statua dell'Angelo che rappresentano la stessa scena dell'Apocalisse: S. Michele che sconfigge il drago.
 
Nel Medioevo S. Michele era il centro della vita civile e politica della città: in chiesa nel XIII secolo si radunava il Consiglio Maggiore, principale organo di governo della repubblica, mentre dal '300 si teneva il mercato alimentare al centro  della piazza, dove i Lucchesi giurarono fedeltà all'Imperatore Carlo IV, liberatore la città nel 1369.
 
Nel XVI secolo furono fatte le volte della chiesa, diventata nel 1518 una Collegiata, quindi non più soggetta al vescovo ma solo al papa,  retta  da un Decano che abitava nel nuovo palazzo, ancora oggi collegato alla chiesa, fatto erigere tra 1501 e 1506 da Silvestro Gigli, vescovo di Worcester e ambasciatore del re d'Inghilterra Enrico VIII. Fu grazie alla volontà dei Decani che a Lucca, città dalla vita religiosa vivace e tollerante anche verso i protestanti, non ci fu mai l'Inquisizione, come invece avevano richiesto i Domenicani.
 
All'interno della basilica medievale a tre navate con transetto, si trovano capolavori che testimoniano l'amore della comunità per la sua chiesa e il legame con le principali correnti artistiche: tra il crocifisso del XII secolo sopra l'altare e l'affresco trecentesco in controfacciata si avvicendano la Madonna con Bambino del Civitali, la terracotta di Luca della Robbia e la scultura di Braccio e Raffaello di Montelupo, tutte opere figlie dell'Umanesimo rinascimentale che trova in questa chiesa il suo riscontro pittorico nella tavola di Filippino Lippi. Nel XVII secolo il tardo manierismo di Paolo Guidotti viene affiancato da barocco caravaggesco di Pietro Paolini e dalle raffinate opere di Antonio Franchi, ritrattista ufficiale della corte medicea nella seconda metà del XVII secolo.
 
Nel XIX secolo furono fatti interventi di restauro all'interno della chiesa, nella piazza e soprattutto sulla facciata dove alcune testine medievali furono sostituite con quelle dei personaggi famosi del tempo come Cavour e Garibaldi, come a riprendere quel filo rosso che unisce questa chiesa alla politica ma anche alla vita della gente che popola la città su cui da secoli veglia la statua in cima a S. Michele.
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Indirizzo

  • Piazza San Michele



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