Un’ attesa che fiorisce.
La III Domenica di Avvento, tradizionalmente chiamata Domenica della gioia, ci invita a riconoscere che l’attesa del Signore non è vuota né silenziosa: Dio è già all’opera nella storia.
La prima lettura del profeta Isaia apre uno scenario carico di speranza: il deserto fiorisce, le mani fiacche si irrobustiscono, ai cuori smarriti è annunciato un Dio che viene a salvare. È un’immagine potente di trasformazione: quando Dio si avvicina, ciò che sembrava sterile torna a vivere e la tristezza lascia spazio alla gioia.
Il Salmo responsoriale raccoglie questo annuncio e lo trasforma in preghiera: “Vieni, Signore, a salvarci”. È il grido di chi conosce la fatica dell’oppressione e della fragilità, ma confida in un Dio fedele, che rialza chi è caduto, libera i prigionieri e si prende cura dei più deboli.
La seconda lettura, dalla lettera di san Giacomo, invita alla costanza e alla pazienza: l’attesa cristiana non è rassegnazione, ma fiducia tenace. Come l’agricoltore che sa attendere il tempo del frutto, così il credente è chiamato a rinfrancare il cuore, evitando la lamentela e vivendo la speranza.
Nel Vangelo, Giovanni Battista, dal carcere, osa porre a Gesù una domanda sincera: “Sei tu colui che deve venire?”. Gesù risponde indicando i segni annunciati dai profeti: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, ai poveri è annunciato il Vangelo.
La gioia di questa domenica nasce da qui: riconoscere che il Signore viene davvero, in modo umile e concreto, per ridare vita e speranza a tutti.